Adrianolocci

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Hace 508 anos

Proiezioni

Hace 508 anos...
(508 anni fa...)

 
 






Un secondo viaggio in Messico mi ha dato la possibilità di “provare” qualcos’altro... La prima volta sono stato colpito dai colori e dalla vivacità dell’ America Latina; questa volta sono partito portandomi dietro solo pellicole diapositive in bianco e nero (Agfa Scala) e deciso a guardarmi attorno in modo diverso. Volevo arrivare all’anima delle cose, senza i miei filtri preconcetti fatti di colori e suoni. Colori e suoni che sono propri del mondo messicano sì, ma che per me erano come dei paraocchi che non mi permettevano di vedere tutto quello che c’era da vedere…

Adriano Locci






“Hace 508 años...”

La proiezione di questa sera é una proiezione “strana”, particolare, che vorrebbe essere soprattutto PROVOCATORIA. Sono delle immagini che sono state realizzate in Messico durante un viaggio effettuato qualche anno fa.
“PROVOCA” in tre modi diversi:
Scelta del bianco e nero: immagini dell’America Centrale, così ricca di colori, volutamente “castigate” dal bianco e nero... per non lasciarsi prendere da un’emozione solo visiva, ma valutare una realtà più cruda: situazioni di vita di gran parte della popolazione.
Scelta delle musiche : potrebbero sembrare completamente slegate dalle situazioni di ripresa, ma sono state scelte per sottolineare sensazioni visive ed emotive più marcate.
Ripesa fotografica: inquadrature “storte”, non corrette; gente e bambini soprattutto, che non sorridono, ma “vendono”, lavorano, o malinconici ti spiano da dietro un palo della luce mentre li fotografi... E poi i muri, tanti muri con scritte di protesta, di invocazione, di condanna... scritte che sono il tema conduttore di questa proiezione.
Nel 1992 in tutta l’America, chiaramente sotto la spinta degli Stati Uniti (dove il Culumbus Day, si celebra ogni anno), sono stati celebrati i 500 anni della scoperta di quel continente, con manifestazioni imponenti organizzate da tutti i governi di quelle nazioni. Ai più é sfuggita la mancanza di stile, soprattutto nei riguardi degli eredi di quelle popolazioni originarie che furono decimate dai conquistatori spagnoli, portoghesi, inglesi e francesi. E soprattutto nei paesi dell’America Latina, si sollevarono cori di protesta e contromanifestazioni, sotto la guida di Rigoberta Menchù, l’india guatemalteca alla quale anni fa fu assegnato il Nobel per la pace... I festeggiamenti per i 500 anni si trasformarono quindi in un boomerang, portando ancora una volta alla ribalta l’incresciosa situazione di totale sfruttamento e povertà in cui erano costretti a vivere gli indios. La scritta che apre e chiude la proiezione, hace 508 años..., appunto, é stata fatta probabilmente nell’anno 2000 per non dimenticare, alle soglie del nuovo millennio.
La proiezione é un excursus che parte da una situazione di fatto: la modernità delle costruzioni occidentali, contrapposta ai simboli e alle architetture delle civiltà precolombiane. Due culture completamente diverse, delle quali si possono dare i giudizi storici che si vogliono, ma che non devono giustificare comunque la sopraffazione di una rispetto ad un’altra, come é avvenuto nell’America Latina. L’imponenza e la magnificenza di queste costruzioni meritano una visita, che però non deve essere fatta come proposto dalle agenzie di viaggio: uno o due settimane sulle più famose spiagge caraibiche, con qualche velocissima puntata nei luoghi celebri più famosi: un “mordi e fuggi”, appunto. Meriterebbero una conoscenza più approfondita, almeno una lettura, se non proprio uno studio, di qualche testo che meglio ce ne faccia comprendere la valenza storica e culturale. Queste antiche civiltà, che comunque probabilmente sfruttavano la popolazione, furono poi sopraffatte e decimate da poche centinaia di soldati spagnoli: Cortés in Messico, Pizarro in Perù fecero scomparire Aztechi e Inca, nel giro di pochi anni.
E la cultura spagnola fu importata a forza, come la religione cattolica, che nelle zone più interne si mescolò in cerimonie stranissime, con l’antica religione indigena.
Un matrimonio occidentale, spagnolo nei modi e nei costumi, lo incontriamo a Tepoztotlan, alla periferia di Città del Messico, con il classico contorno di Mariachi... e sempre nella capitale, in contrapposizione, nello zocalo, incontriamo la gente che passeggia, che mangia presso le bancarelle ambulanti, che cerca lavoro offrendosi in affitto, con tanto di cartello.
Ma la protesta é palpabile: un sit-in con tanto di tenda di contadini, lo troviamo in un angolo della stessa piazza; ad Oaxaca scritte anarchiche sui muri; a San Cristobal de Las Casas, si inneggia a Zapata e all’EZLN...
...e vediamoli, questi indios... Abbiamo l’occasione di visitare due villaggi (Zinacantan e San Juan Chamula) dove si svolgono dei mercatini per i locali, e nelle chiese delle particolari cerimonie religiose, ma é vietato fotografare all’interno. Vendono le loro povere cose e i frutti del loro raccolto; quelli che si trasferiscono in città, sono costretti a mendicare, vendendo cianfrusaglie ai turisti.


 
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